Ho pensato a lungo se dedicare una sezione specifica sulla Grecia in questo blog di viaggi con bambini. I racconti dei nostri viaggi in terra ellenica li troverete qui, ma ho sentito il bisogno di parlare di Grecia anche dal punto di vista della nostra passione per tutto ciò che a questa terra è collegato, prima di tutto la sua lingua, ma anche la musica, il cibo, la mentalità e l’ospitalità. Qui parlerò di curiosità, riflessioni e condivisioni inerenti al mondo greco, andando oltre le sue isole e le sue spiagge.
La Grecia: una sana malattia
Amiamo la Grecia in tutte le sue forme, dai paesaggi alle isole, alle chiese, ai monasteri, al cibo e ai colori, ma se è così è perché io, Federica, amo la lingua greca, la sua musica, le sue parole a volte impronunciabili, eppure così pregnanti e presenti in tante altre lingue. Una lingua che mi è costata impegno e fatica, ma che è anche una delle maggiori soddisfazioni personali della mia vita, uno dei viaggi più belli che ho compiuto. Essendo innamorata della lingua, non posso che amare ogni espressione culturale legata a questa terra. Sono a tutti gli effetti una malata di Grecia, e dopo tanti anni questa “malattia” ha contagiato anche Gabriele, qualche parola in greco a volte scappa anche a lui, e tornare in questa terra diventa per entrambi dopo un po’ di tempo un’esigenza.
La Grecia è il paese in cui abbiamo viaggiato di più nella nostra vita, ed è quello in cui, per vocazione, torneremo sempre. Perché la Grecia è uno stato d’animo, qualcosa che ci si è cucito addosso negli anni, un sentimento empatico molto forte, e nonostante sia una cultura straniera, nel tempo e pezzo dopo pezzo, l’abbiamo abbracciata a tal punto da poterla definire una seconda casa.
La lingua greca: una storia d’amore
Posso definire il mio rapporto con questo paese una grande storia d’amore, una storia d’amore con la lingua greca, e ora vi racconto dove è scattata la scintilla che le ha dato vita.
Come ho scritto altrove in questo blog, sono sempre stata affascinata da lingue diverse dalla mia. Non ho la vocazione della studiosa di storia, ma se c’è una cosa che mi incuriosisce è la torre di Babele, l’esistenza di così tante lingue che si evolvono, cambiano, si traducono, alcune mutano nel tempo fino ad estinguersi, altre rimangono intatte per millenni, come il greco. Ho frequentato il liceo linguistico e non il classico, questo per dire che la mia passione per la lingua greca non nasce certo dalle versioni di greco antico (quelle di latino mi bastavano!).
A 17 anni ho fatto il mio primo viaggio in Grecia, ospite a casa dei nonni della mia amica Cristina, italiana di mamma e greca di papà. Un mese trascorso ad Amaliada, piccola cittadina del Peloponneso, di fronte l’isola di Zante, in cui ho scoperto una cultura totalmente nuova, vissuta dall’interno con la gente del posto, con tradizioni e ritmi di vita diversi da quelli che avevo conosciuto fino a quel momento. Ero rimasta affascinata dalla lingua che sentivo parlare intorno a me, mi piaceva mettermi in ascolto quando i nonni e gli zii greci parlavano tra loro e non capire niente. Sono sempre stata portata per le lingue, ma dopo un mese sul Peloponneso ero a malapena riuscita a distinguere nai (sì) da oxi (no). Tornata a casa avevo i ricordi del mare cristallino, un Partenone e un’Atene sfocati nella memoria, eppure qualcos’altro si era insediato dentro di me.
Qualche anno dopo io e Gabriele abbiamo fatto la prima vacanza estiva a Cefalonia. Dopo quell’estate, iscritta al secondo anno di Lingue e Letterature straniere, dovevo scegliere la mia terza lingua straniera. Inizialmente avevo pensato di fare russo, ma avrei mai potuto immaginare di andare l’estate in Russia a fare corsi di lingua? Ovviamente no, quindi il giorno in cui ho consegnato i moduli all’università, d’istinto ho scelto neogreco. Quel giorno ha segnato l’inizio della mia storia d’amore con questa lingua, ma l’ho capito solo in seguito. Tanta fatica e impegno, ore e ore passate a impararne l’alfabeto, declinazioni, regole e irregolarità grammaticali, esami. Molti dei nostri viaggi in Grecia li abbiamo fatti proprio per imparare la lingua un pezzo alla volta. Nel 2008 abbiamo fatto un bellissimo viaggio on the road a Creta, nel 2009 sono stata la prima volta a Cipro, per fare uno stage, che ho interrotto perché avevo superato il test di ammissione alla laurea specialistica in Germania. Le materie per cui ero stata ammessa erano tedesco e neogreco. Nell’ottobre 2009 sono partita per Germersheim, in Renania-Palatinato, dove ho studiato per due anni circondata da gente da tutto il mondo, tra cui tanti greci. Durante i miei studi in Germania la connessione con il mondo greco, e con i greci, è sempre stata molto forte, e proprio qui ho imparato finalmente la lingua. Sapete come? Passando gran parte del mio tempo con i greci e guardando serie tv elleniche.
Tornata in Italia, ho continuato a studiare greco, per grande passione a tal punto che questa lingua è entrata da anni nella mia (e nostra) quotidianità. Ascolto musica greca da quando ero in Erasmus, l’ho ascoltata mentre studiavo, facendo le faccende di casa, in macchina andando al lavoro, durante la gravidanza di Diego, lo faccio in qualsiasi momento io abbia nostalgia di questa terra. Non amo Netflix ma le serie tv greche non me le toglie nessuno.
Tanti viaggi in Grecia si sono susseguiti negli anni, e posso dire che la Grecia è quel posto dove vorremo tornare sempre, un luogo sicuro, un approdo che sa di casa. Siamo stati felicissimi quando abbiamo portato Diego nelle Cicladi, un viaggio che ci ha ricongiunto ad una terra che amiamo moltissimo e che segnerà inevitabilmente il futuro di molti dei nostri viaggi di famiglia.