Crescere bambini bilingue è un bell’impegno, soprattutto se si ha l’obiettivo di farlo da genitore non madrelingua. Sebbene ambizioso, questo progetto è percorribile e la nostra famiglia ne è un esempio. I nostri figli, italiani in Italia, sono esposti quotidianamente al tedesco con me (non nativa), il grande di 4 anni usa il tedesco per comunicare con la sua mamma e la piccola di 18 mesi è esposta da quando ne aveva 3.
Questo articolo si rivolge a genitori non madrelingua che desiderano trasmettere una lingua non nativa ai propri bimbi, con cui condivido, sulla base della mia personale esperienza, 8 strumenti guida fondamentali per un percorso di bilinguismo infantile da casa.
Indice
Bilinguismo: definizioni
Il bilinguismo è un fenomeno così ampiamente diffuso nel mondo che non ci si può limitare ad una sola definizione. Gli studi dimostrano, infatti, l’esistenza di diversi tipi di bilinguismo. Cito qui una delle letture più interessanti con cui mi sono confrontata su questo tema, dove si guarda al bilinguismo dal punto di vista “dell’uso delle lingue e quindi delle occasioni reali in cui il cervello è coinvolto in una sorta di “danza” tra una lingua e un’altra” (Il cervello bilingue; Garraffa, Sorace, Vender: 2020). Più avanti in questo testo si legge che “è bilingue anche chi ha una lingua dominante e un’altra che viene usata solo in specifiche circostanze”. Capiamo bene, quindi, che il bilingue “non è la somma di due monolingue“, (Il cervello bilingue; Garraffa, Sorace, Vender: 2020), bensì colui/colei che utilizza codici linguistici differenti in base alla situazione comunicativa o al parlante con cui si trova ad interagire, al fine di esprimere i propri bisogni comunicativi.
Come crescere bambini bilingue da genitore non madrelingua
Ecco 8 strumenti guida secondo me molto utili per genitori non madrelingua che desiderano crescere figli bilingue, per creare un mindset ed un ambiente circostante che aiuti a perseguire l’obiettivo, tutt’altro che semplice.
Definire l’obiettivo linguistico
Crescere bambini bilingue in un ambito in cui il genitore non è madrelingua richiede un obiettivo ben preciso sul quale lavorare con costanza e motivazione. Definire l’obiettivo linguistico che si desidera raggiungere a medio-lungo termine aiuta a fare chiarezza nel percorso e come perseguirlo.
Che cosa vogliamo ottenere lungo il percorso di bilinguismo non madrelingua con i nostri figli? Che siano in grado di capire la lingua, ma non necessariamente che la parlino (bilinguismo passivo)? Si desidera che il bambino possa utilizzare la lingua solo nel contesto familiare o che raggiunga la capacità di esprimere i propri bisogni comunicativi anche in contesti diversi da quello familiare (che è quello dove riceve l’esposizione)?
Mi spiego meglio: quando ho iniziato a parlare tedesco con mio figlio, ho da subito desiderato che la lingua tedesca possa accompagnarlo come seconda lingua attiva durante la sua crescita. Vorrei quindi che sviluppi anche la letto-scrittura e che questa lingua sia presente nel suo percorso scolastico da subito. Appare ovvio che presto dovremo ricorrere a risorse esterne che non possono più solo basarsi sul rapporto genitore-figlio, e dovremo sviluppare strategie per mantenere questa lingua quanto più presente possibile.
Bilinguismo infantile: il supporto dell’altro genitore
Intraprendere un percorso di bilinguismo infantile, in cui il genitore che parla la lingua target è l’unico a conoscerla, richiede un grande supporto dell’altro genitore. Questo è imprescindibile e non si può pensare di portare tra le mura domestiche una lingua straniera per l’altro genitore senza aver trovato un punto di incontro. Può sembrare una cosa banale, ma anche iniziare a leggere un libro nella “nuova” lingua è un processo di trasformazione per voi che la parlate, per il bimbo ma anche per l’altro genitore, che si trova a vivere nuove dinamiche di famiglia in una lingua sconosciuta. Esponete le vostre motivazioni e il progetto che c’è dietro alla scelta di parlare una lingua non madre con i vostri figli, chiedete supporto e rendete partecipe l’altro genitore anche se la lingua non viene compresa. Non date mai questa cosa per scontata durante il percorso, per evitare fraintendimenti che possano mettere in dubbio l’intento e minare la fiducia. Mettetevi nei panni dell’altro, e immaginate che siate voi a non capire quello che il vostro partner sta dicendo a vostro figlio.
A casa nostra il tedesco è parlato abitualmente anche quando c’è papà (che non lo parla) e quello che facciamo è dire le cose in tedesco e italiano così da includerlo sempre.
L’importanza della routine nel bilinguismo infantile
Definire una routine giornaliera vi permette di segnare un tracciato nel percorso di bilinguismo infantile. I bambini sono soggetti molto abitudinari, la routine e la ripetizione delle azioni danno loro sicurezza e creano punti di riferimento. Qualsiasi cosa può diventare una routine nella lingua target: il momento della colazione con una lettura, quando ci si veste per andare a scuola, il momento della merenda o in cui si prepara la cena, il bagnetto o la lettura della buona notte. Se vi state chiedendo come favorire il bilinguismo nei bambini, date al bambino l’input di associare una determinata azione ad una determinata lingua. Con questa abitudinarietà, applicata con costanza e ripetizione, la lingua che volete trasmettere entrerà a far parte della normalità e non si farà più caso alla lingua usata, quanto all’azione e al genitore (=il legame) con cui essa si svolge.
Vi riporto il nostro esempio: ho iniziato ad esporre nostro figlio a 2 anni al tedesco con la lettura della buona notte. Poi abbiamo iniziato con letture anche al mattino e semplici canzoncine con le parti del corpo mentre ci preparavamo per andare al nido. In seguito, ho cominciato a giocare in tedesco. Oggi parlo (tendenzialmente) solo tedesco a casa.
Da qualche mese abbiamo introdotto il neogreco come 3. lingua. La nostra routine in questa lingua si basa sulla lettura della buona notte (alternata al tedesco) e sul gioco con un pupazzo (di nome Giannis) che parla solo greco. E funziona alla grande!
Pazienza, motivazione, costanza
Per crescere bambini bilingue da genitori non madrelingua questi ingredienti sono fondamentali: pazienza, motivazione e costanza.
Ripetete con pazienza quello che dite, la ripetizione è alla base dell’acquisizione linguistica nei bambini (in qualsiasi lingua, a maggior ragione se la lingua ha meno esposizione).
Non perdete la motivazione. Ci saranno giorni in cui probabilmente non avrete voglia di parlare la lingua target, e magari vorrete stare nel confort della vostra lingua madre. E va bene così, è utopico pensare che il bilinguismo infantile da non madrelingua si possa basare sulla regola OPOL (one parent, one language = una lingua, un genitore), se quella non è la vostra lingua madre. Concentratevi, piuttosto, su ciò che vi spinge a fare questo percorso e a tenere alto il vostro perché. Un suggerimento è quello di creare un ambiente bilingue intorno a voi che siete la fonte della lingua target (nel contesto non nativo). Leggete in lingua target, guardate film, ascoltate podcast; questo vi aiuta a tenere saldo il vostro legame con la lingua, ad esercitarla e trasmettere un legame più forte ai bimbi con la lingua stessa.
Esponete i bimbi con costanza alla lingua, date input continui e circondateli di lingua target. Create un ambiente che parli la lingua in casa (canzoni, una libreria di libri in lingua target ben distinta dall’italiano, audiolibri per i bimbi).
Playgroup e corsi in lingua target
Nonostante il grande potere del legame genitore-figlio nel bilinguismo infantile da non madrelingua, è fondamentale che i bambini facciano esperienza della lingua anche tramite altre persone. Cercate, laddove possibile, di espandere l’esposizione alla lingua target anche fuori casa. Informatevi su corsi di lingua adeguati all’età dei vostri bimbi con altri coetanei. Create dei gruppi di gioco con altri genitori e bambini che utilizzano la vostra stessa lingua target con playgroup (anche se non madrelingua), per favorirne l’utilizzo in un contesto di gioco a portata di bimbi (spronandoli, cioè, a vedere la lingua target come strumento comunicativo con coetanei). Se avete la possibilità di esporre i bimbi a parlanti madrelingua, inutile dire che questo è molto auspicabile!
Se per il vostro bilinguismo non madrelingua avete scelto il tedesco, non posso che consigliarvi i corsi di Sprachfamilien, pensati per chi cresce con il tedesco come lingua aggiuntiva (nativo e non).
Viaggi nel paese
Crescere bambini bilingue da genitore non madrelingua vuol dire porre le basi per la conoscenza di una nuova cultura. Viaggiare nel paese in cui si parla la vostra lingua target è fondamentale, non solo per favorire il bilinguismo dei bambini, ma proprio per uscire dalla zona confort della lingua parlata solo a casa e per comprendere che quella lingua è parlata per esprimere altri stili di vita e usanze. I benefici che si traggono dai viaggi nel paese sono indubbi sia per il genitore non madrelingua, sia per i bambini che fanno esperienza della realtà molteplice di cui la lingua da voi parlata è mezzo di espressione. Io non vedo l’ora di portare i nostri bimbi in Germania!
Bilinguismo non madrelingua: la lettura, un alleato prezioso
Leggere è una della strategie chiave da attuare costantemente per crescere bambini bilingue da genitore non madrelingua. Non soltanto perché è un momento di relazione, ma anche perché permette a voi genitori non nativi di “mettere in pausa” il cervello e di affidarvi alla guida di un testo scritto che, in momenti di stanchezza, vi aiuta a non far mancare l’esposizione alla lingua. Siete stanchi o non avete voglia di parlare? Leggete una storia insieme!
Sfruttare il tempo genitore-figlio
Una delle motivazioni che mi ha spinto ad iniziare il nostro percorso di bilinguismo non madrelingua è stata la consapevolezza che il tempo di qualità che avrei passato con i miei figli nella prima infanzia non lo avrei più avuto a mia disposizione. Con il primo figlio ho iniziato relativamente tardi (ai suoi 2 anni) ma con la seconda ho iniziato ad esporla al tedesco sin dalla gravidanza, e poi dai suoi 3 mesi di vita. Ho sfruttato il periodo della maternità per darle quanta più esposizione possibile alla lingua target. Sfruttate il tempo che trascorrete con i vostri figli, sono momenti unici in cui poter trasmettere loro qualcosa di molto potente.
Come favorire il bilinguismo dei bambini: informarsi con esperti
Se desiderate trasmettere una lingua non madre e crescere i vostri bimbi bilingue, credo sia importante informarsi circa le tematiche che riguardano il bilinguismo infantile a livello generale, con esperti e operatori del settore. Personalmente ritengo molto utile leggere altri blog e testi che trattano questo tema per avere maggiore consapevolezza e conoscere diverse possibilità per crescere bambini bilingue.
Infine, non sentitevi un pesce fuor d’acqua, ci sono tanti genitori che desiderano crescere bambini bilingue pur non essendo madrelingua. Fare rete con altre famiglie è fondamentale per perseguire l’obiettivo!
Se vi va seguiteci anche sui social, dove condivido esperienze e momenti di vita quotidiana del percorso di crescita bilingue dei nostri bimbi.
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