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Crescere bambini bilingue in un contesto non nativo: le paure iniziali e come superarle

di Federica

Voler crescere bambini bilingue essendo genitori non madrelingua e vivendo in un contesto monolingue è una bella sfida. Chi desidera intraprendere questo percorso di bilinguismo non nativo si troverà a rispondere a mille quesiti, prima con sé stesso e poi con il contesto circostante che, per quanto possa essere lungimirante, prima o poi ci mette a confronto con la questione: “qui siamo in Italia e si parla italiano”.

Se volete iniziare a parlare con i vostri figli una lingua diversa dalla vostra lingua madre e da quella del contesto in cui vivete, ci sarà lavoro da fare e all’inizio, poca spontaneità. In questo articolo mi rivolgo apertamente a chi, come me, desidera crescere figli bilingue in un contesto non nativo e monolingue, vi spiego come ho superato timori e pregiudizi e sono arrivata a parlare solo tedesco con i miei figli vivendo in Puglia ed essendo italiana.

Bilinguismo non nativo: la percezione del sé che parla una lingua “diversa”

Il primo passo da compiere per crescere figli bilingue da genitore non madrelingua è imparare ad ascoltare sé stessi parlare una lingua finora mai utilizzata tra le mura domestiche.

Ci sono diverse cose che possono aiutarci. Innanzitutto, riflettere su ciò che quella lingua rappresenta per noi. Per me il tedesco era da anni lingua di lavoro, ma era assente dalla mia vita privata, non lo coltivavo né in casa con film o videochiamate, né nella vita sociale. Ho però studiato in Germania, quindi in una fase della mia vita questa lingua aveva fatto parte della mia quotidianità, anche in contesti domestici. Aver vissuto esperienze di vita in quella lingua e in quel paese mi ha aiutato a superare il blocco iniziale. In un percorso di bilinguismo non nativo è importante (ri)prendere confidenza con la propria diversa voce che parla l’altra lingua e farla diventare una cosa spontanea, che ci fa star bene. Difficilmente riusciremo a parlare una lingua con i nostri bimbi che non sentiamo dentro di noi, che ci crea disagio (o che non sia collegata ad esperienze positive). Pensiamoci: se siamo abituati a parlare una lingua diversa da quella di casa al lavoro, essa caratterizza già un pezzo della vostra vita. Io ho scelto di parlare tedesco con i miei bimbi proprio perché era presente nella mia vita professionale e avendo vissuto in Germania ero confidente con azioni della vita quotidiana in quella lingua. Non appena ci si abitua ad ascoltarsi nell’altra lingua, ci si motiva a continuare questo meraviglioso viaggio.

Crescere bambini bilingue: cosa pensa il contesto monolingue

Cosa succede se voglio crescere figli bilingue in un contesto monolingue italiano? Cosa penseranno gli altri che mi ascoltano? Come mi vedono il papà, i nonni e i parenti che mi hanno sempre sentito parlare italiano con mio figlio, e dall’oggi al domani non capiscono cosa gli dico? Che idea ha di me chi mi ascolta parlare una lingua non nativa con mio figlio? Penserà che voglio parlare di nascosto? 

All’inizio del nostro percorso di bilinguismo non nativo, il tedesco era relegato solo ai momenti in cui io e mio figlio eravamo soli. Questo per tre motivi: mi vergognavo moltissimo, temevo il giudizio degli altri e non volevo mancare di rispetto a chi il tedesco non lo capisce e quindi avrebbe potuto sentirsi escluso dalla conversazione. Inizialmente mi sentivo io un pesce fuor d’acqua, e quindi il tedesco era solo una questione “tra me e mio figlio”. Quando il papà tornava a casa da lavoro, io tornavo a rivolgermi in italiano a mio figlio. Il pensiero iniziale era quello di non aver diritto di “imporre” una lingua straniera, mai stata presente nella nostra casa. Uso volontariamente il termine “imposizione”, perché il contesto intorno ha inizialmente visto il mio parlare una lingua diversa dall’italiano non come opportunità, ma come imposizione nei confronti del mio bambino (“se a te piacciono le lingue non vuol dire che debbano per forza piacere anche a tuo figlio“).

Come crescere bambini bilingue

Bilinguismo infantile e genitori non madrelingua: 3 strumenti per iniziare 

Come si superano questi timori e questi pregiudizi? Ecco qui 3 strumenti che mi hanno aiutata ad intraprendere il percorso di bilinguismo non nativo a 360°:

Conoscere l’altro sé che parla la lingua non nativa 

Crescere figli bilingue in un contesto non madrelingua si può. Se il primo ostacolo è quello di non sapersi ascoltare in una lingua diversa dalla propria, vi consiglio questo esercizio. Mettetevi davanti allo specchio e parlate da soli. Fate conoscenza con l’altra voce, quella della lingua che volete trasmette ai vostri figli. Osservatevi mentre vi esprimete nella lingua che vorrete usare come veicolo di amore verso i vostri figli. Questo vi aiuterà a sciogliervi, ad abituare l’orecchio, e a sentirvi a vostro agio anche nell’altra lingua.

Cercare il supporto del contesto familiare e sociale

Credo fortemente che crescere bambini bilingue non sia solo compito di chi espone i bimbi alla lingua, ma debba essere qualcosa di più ampio a livello sociale. Il percorso va condiviso, soprattutto se il contesto intorno a voi non comprende la lingua. Prima di iniziare anche solo a leggere in tedesco con Diego, ne ho parlato ampiamente con mio marito ed è stata una scelta condivisa. Cercate il supporto di quante più persone possibile intorno, per creare un ambiente sereno e confortevole legato alla lingua target che volete caratterizzi la crescita dei vostri figli. Condividetene le motivazioni, parlatene ripetutamente e cercate altri genitori che condividono questo vostro desiderio. In un progetto così ambizioso (lo è davvero) non sentirsi soli è fondamentale per non perdere la motivazione.

Aumentare l’esposizione alla lingua target

Nel nostro bilinguismo non nativo io sono (al momento) l’unica persona che espone i bimbi al tedesco. Tutto il contesto intorno è italiano. Se all’inizio la lingua aggiuntiva era relegata ai momenti a due tra me e Diego, ad un certo punto ho deciso di fare lo “switch” e parlare solo tedesco con lui. Aumentare l’esposizione alla lingua ha dato una notevole spinta al nostro percorso, e oggi, a 4 anni di Diego, il tedesco è diventata la lingua della nostra comunicazione, in casa e in qualunque altro contesto. Questa è una scelta che si è sposata bene con le nostre esigenze familiari, e non voglio con questo dire che deve essere la regola in un bilinguismo non nativo. Quello che voglio dire è che, se si desidera crescere figli bilingue da genitori non madrelingua, è consigliabile adottare delle strategie per cui la lingua aggiuntiva, già di per sé minoritaria, trovi maggiore spazio. Lo si può fare aumentando i momenti di lettura, ritagliandosi maggiori momenti di gioco nella lingua target, o se possibile, facendo sì che i bimbi siano esposti alla lingua anche da altre persone. Esporre i bambini ad una maggiore quantità di situazioni comunicative in lingua target non può che dare una spinta notevole a questo viaggio.

Rendi bilingue ciò che è intorno a te

C’è una frase che mi è rimasta impressa: non si nasce bilingue, bilingue si diventa. Essere bilingue, muoversi tra le lingue è un grande potere, ma dipende dal contesto e dagli stimoli a cui si è esposti. Chi desidera crescere figli bilingue ha l’opportunità di aprire il contesto attorno a sé, portando la lingua nella vita quotidiana, raccontando storie ad essa collegate, creando collegamenti con quella lingua e quella cultura. Così facendo, mostriamo ai nostri bimbi l’utilità della lingua e diamo loro una ragione in più per appassionarsi e per stimolarne l’utilizzo.

Se vi va, seguiteci anche sui social dove condivido l’avventura del nostro bilinguismo non nativo, con momenti di lingua in tedesco con i miei bimbi!

I miei articoli sul tema Crescere bambini bilingue e bilinguismo non nativo: 

Crescere bambini bilingue: emozioni e identità

Bilinguismo infantile: 5 motivi per farlo anche da non madrelingua

Fonte immagine: Esanum.de

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