M come mondo. Quando penso a loro, non posso che pensare al giro del mondo che hanno fatto insieme ai loro bimbi.
“Se due che come noi” è il primo libro di Micaela Miljian Savoldelli, la penna di @likemiljian, noti sui social come famiglia di viaggiatori che per tre anni ha fatto il giro del mondo insieme ai loro bimbi. Uno dei libri di viaggio che inserisco con entusiasmo in questa rubrica, perché parla di un grande viaggio interiore, oltre che di occhi che hanno guardato una miriade di posti nel mondo. Uno di quei libri di viaggio che guarda dentro di sé, parte da una ribellione profonda verso qualcosa di diverso fino alla scoperta più vera di sé stessi, fino ai confini del mondo. Alla storia fanno da sfondo le città di Parigi e Firenze, ma anche molte altre in giro per il mondo, vissute attraverso la loro avventura, e racconta il viaggio dei due protagonisti nelle incertezze ma anche nei sogni, con il grande monito di non lasciarli mai da parte, ma di inseguirli sempre, ovunque noi siamo nel mondo. Un libro per viaggiare dentro noi stessi, un urlo alla vita e all’amore, non ultimo per i nostri figli. Una storia per grandi sognatori, e quindi anche per viaggiatori, per non dimenticarci che quello che desideriamo, abbiamo tutto il diritto di andarlo a prendere. Un viaggio intenso nella propria storia da (ri)costruire per essere chi si vuole davvero.
Un viaggio all’insegna del cambiamento generazionale, per andare oltre e non chiudersi in quello che gli altri vogliono per noi. Da due grandi viaggiatori come loro, non possiamo che prendere spunto per uscire dalla nostra comfort zone:
“Questa è la nostra comfort zone. Tutti ne abbiamo una. È l’area in cui tutti noi ci sentiamo al sicuro, che conosciamo, dove abbiamo la sensazione di avere tutto sotto controllo. Uscire da quest’area è il passo più difficile, perché attorno ci sono cespugli spinosi. É impossibile superarla senza graffiarsi o farsi male”.
“La comfort zone in realtà è un muscolo. Più la alleniamo, più diventa elastica. (…) La magia accade solo quando usciamo dalla comfort zone. Rimanendo dentro ci priviamo della realizzazione del nostro senso più profondo. Nulla accade senza sofferenza”.
Ho riletto tante volte la frase che segue, che racchiude a pieno quello che succede quando viaggiamo alla scoperta di qualcosa di diverso:
“Eravamo stranieri. Attorno a noi nulla che ricordasse qualcosa che avevamo conosciuto prima. Era irresistibile. Era il viaggio. Era un’epifania. Ogni passo era un passo in più verso l’inesplorato, e un passo in più verso noi stessi”.
“Verso l’infinito e oltre” è il loro monito per i sognatori che desiderano andare alla scoperta di sé stessi, e del mondo.
“Eravamo partiti realizzando un sogno, folle e utopico, senza voler arrivare da nessuna parte, solo per viaggiare. Cercare, incontrare, ascoltare, meravigliarci, sentire, vedere. (…) Avevamo il mondo addosso”.
E in ultimo, parole bellissime:
“Noi siamo il migliore viaggiatore di noi stessi”.
Il libro si conclude con un grande insegnamento, che io da mamma viaggiatrice cerco di trasmettere ai nostri bimbi ogni giorno, nel nostro desiderio di crescerli cittadini del mondo:
“Siate sempre curiosi di scoprire il mondo. Mischiatevi alla gente. Andate così lontano da sentirvi a casa”.
Un libro che commuove, tocca le corde più profonde della donna e della mamma viaggiatrice che siete o sognate di essere. Ve lo consiglio vivamente come lettura di ispirazione nella vostra libreria di casa.
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